ERA SANTO, ERA UOMO
Giovanni Paolo II aveva un’umanità affascinante. Per questo trasmetteva ciò di cui viveva: un rapporto diretto con il Signore fatto di una dipendenza vissuta in ogni istante. Chi è così, è santo. Chiunque incontrandolo non poteva che constatare questo. Lino Zani ne è stato testimone e racconterà il suo incontro con papa Wojtyla martedì 1 aprile alle 20.45 a S.Pio in occasione del quarto Quaresimale promosso dalla Parrocchia di S.Francesco d’Assisi in Torano. Lino è stato per molti anni gestore di un rifugio sull’Adamello. Nel luglio del 1984 la sua vita è cambiata per sempre quando atterrò in quel luogo l’elicottero di Giovanni Paolo II. Nel libro “Era santo, era uomo” (da cui è stato tratto un film in onda sulla Rai il 27 aprile in occasione della canonizzazione di Karol Wojtyla), racconta così il loro primo incontro: “…uno sguardo che non dimenticherò mai: una leggera ironia di fondo, una curiosità vivissima e come la capacità di farti una carezza con gli occhi. Questa è la sensazione che ho avvertito, di essere blandito da un amore messo lì a disposizione di tutti, di cui all’improvviso solo guardandolo, poteva beneficiare chiunque, senza specifici meriti. Ecco, quello è stato il primo segno di santità”. Ho avuto la fortuna di conoscere Lino proprio in questi luoghi: i suoi occhi, quando parla del papa, sono come quelli di un innamorato che, nonostante le vicissitudini e difficoltà della sua vita, brillano ancora di quel rapporto, ed è evidente che ogni cosa vissuta non è mai stata più la stessa dopo quell’incontro. Si commuove ancora oggi ricordando i momenti di preghiera in montagna, quando il Santo Padre si fermava in silenzio per ore e tornava con il volto luminoso, di luce riflessa di un Altro. Lino è stato la guida alpina di Giovanni Paolo II, nonché amico e confidente di tante occasioni: dalle vacanze estive sulle Alpi, alle sciate “fuoriporta” vicino a Roma, ma anche tanti incontri di vita, che avevano unito la passione di Lino per l’alpinismo al desiderio del papa di diffondere la fede in Cristo in ogni angolo del pianeta. Il Santo Padre aveva dato il compito a Zani di portare delle croci nei posti più lontani: sull’Everest, nel Nepal, al Polo Nord e al Polo Sud. L’eccezionalità nella normalità, la santità e l’umanità: oltre a queste avventure incredibili, Lino è colpito dalla grande semplicità che aveva Karol nel rapportarsi con i più grandi della terra e con le persone che incontrava tutti i giorni, nei sentieri, per strada, nei rifugi. Questa dimestichezza con l’umano è il segno ineludibile del rapporto familiare che aveva Giovanni Paolo II con Cristo. Vi attendiamo numerosi per conoscere questo aspetto meraviglioso di Karol Wojtyla attraverso la testimonianza di Lino Zani.
Andrea Fabbri