CRISI: SCONFITTI O SFIDATI?
MARTEDÌ 25 MARZO ALLE 20.45 NELLA CHIESA DI SAN PIO BERNHARD SCHOLZ, PRESIDENTE DELLA COMPAGNIA DELLE OPERE, SARÀ PROTAGONISTA DEL TERZO QUARESIMALE DELLA PARROCCHIA DI SAN FRANCESCO 

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Uno degli aspetti peggiori della crisi è l’orizzonte di sfiducia che sembra rendere vano qualsiasi personale tentativo e che aliena l’adulto, ma anche i giovani e i ragazzi che vedono in loro rassegnazione. I dati di qualche giorno fa sul numero dei disoccupati o peggio ancora degli inattivi portano istintivamente alla rabbia e alla lamentela verso un soggetto sconosciuto e immateriale che prende il nome di “sistema” a cui assegnare tutte le colpe. La disillusione sembra colpire più o meno tutti provocando immobilismo e tristezza. Eppure questa posizione risulta disumana e porta all’assopimento della propria personalità. Dall’altra parte non è il gesto eroico, episodico, triste e solo, che basta e ci permette di aprire la serranda ogni giorno, rimetterci la tuta da lavoro, andare a scuola o uscire a cercare di vendere qualcosa (il problema riguarda tutti). Rimanere in piedi senza ridurre il proprio desiderio di bene per sé e per gl’altri non cadendo nel cinismo o nell’imbarbarimento e quindi nella chiusura è oggi difficilissimo. Eppure è proprio l’apertura, l’andare verso altro (tra aziende, tra colleghi, tra competitor), l’unica modalità ragionevole per affrontare questa crisi. Ma è difficile perché implica il recuperare una posizione originale di dipendenza e di domanda che l’autosufficienza dei tempi del “benessere” ci ha deviato, illudendoci di non avere bisogno degli altri, divenendo selettivi e autoreferenziali, specialmente nel mondo del lavoro. Da chiusura nasce chiusura, da apertura nasce apertura e libertà per ripartire ogni giorno con audacia. Questa posizione di apertura è difficile perché impone un cambiamento personale di come stare davanti a noi stessi e agli altri affermando più una positività fuori da noi che una propria sicurezza che talvolta si rivela anche ottusità. È possibile oggi essere protagonista della propria vita, del lavoro, delle relazioni e attraverso la propria unicità contribuire al bene per la propria famiglia, la propria azienda, il proprio territorio? Nella totale interdipendenza del mondo di oggi è possibile lavorare senza omologare le persone, ma anzi, aiutandone l’educazione di personalità che lavorando insieme facciano generare benessere?
In definitiva la crisi ci rende comparse sconfitte o protagonisti che stanno all’altezza della propria domanda di felicità e che lottano per uscirne? L’io davanti alla crisi costituisce il tema del terzo quaresimale organizzato dalla parrocchia di san Francesco a cui parteciperà portando la sua esperienza e la sua testimonianza Bernhard Scholz, consulente di direzione e docente di formazione manageriale, presidente della Compagnia delle Opere e dell’Associazione Scuola d’Impresa. 
Sono molto contento che Scholz abbia accettato l’invito e sono certo che la sua testimonianza, ricca di esperienza a livello nazionale e internazionale, possa costituire un aiuto per tutti quanti parteciperanno il prossimo martedì 25 marzo 2014 nella chiesa di san Pio a Imola. 


Alessandro Seravalli