Alla scoperta del II Quaresimale

Martedì 23 febbraio alle 20,45 nella chiesa di san Pio don Gino Rigoldi sarà il protagonista del secondo quaresimale della parrocchia di san Francesco d’Assisi in Torano.

Ricostruire la speranza è il titolo dell’ultimo libro di don Gino Rigoldi sacerdote che da oltre quarant’anni è cappellano del carcere minorile di Milano. Ri-costruire non è costruire, ma appunto riedificare ciò che l’uomo non ha saputo custodire. Sembra incredibile, ma nella società della tolleranza e dei diritti all’uomo non è concesso sbagliare e chi lo fa deve solo pagare. È questo il messaggio che spesso, e nemmeno troppo tra le righe, sentiamo ripetere, tanto che la pena pare aver perso qualunque carattere redentivo per assumere solo quello punitivo. Eppure ricostruire l’umano laddove di umanità sembra non essere rimasto nulla, dove ogni possibilità è negata è forse l’opera più importante che la nostra società possa compiere. “Così, vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte” (Lc 15, 10). Non è una frase che ha un valore esclusivamente mistico. Essa ha prima di tutto un valore sociale. Ridare la speranza a chi per propria colpa e debolezza l’ha perduta significa innestare nella società una forza dall’alto ed uno spirito in grado di spezzare quella condizione che non ci consente di guardare l’uomo come lo guarda Dio. Non si tratta di cancellare ciò che non può essere cancellato e neppure di far finta di non vedere il male da cui siamo circondati, ma di poterlo guardare in faccia senza rinunciare ad essere uomini lieti anche nell’avversità e nel dolore. Significa divenire esseri umani fino in fondo senza la paura di doversi fermare alle soglie di un compimento autentico, perché restituire ad un uomo la speranza vuol dire anche restituirlo cambiato e maturo alla società. Sarà principalmente di questa esperienza straordinaria che don Gino Rigoldi ci parlerà martedì 23 febbraio alle 20,45 nella chiesa di San Pio (Imola, via Gradizza) nel secondo quaresimale della Parrocchia di san Francesco d’Assisi. Un’esperienza che tutti noi desideriamo proprio perché così ce l’ha insegnata Colui che ha versato il suo sangue per i nostri peccati.

Marco Antonellini