I venticinque anni di sacerdozio di don Luca Dalfiume  (21-12-1985 ; 21-12-2010)

Quando diciotto anni fa don Luca venne nominato parroco di s. Francesco la sua presenza fu subito per tutti un fatto chiaro. Chiaro per il carattere forte e allo stesso tempo desideroso di incontrare ogni realtà, ma soprattutto per la voglia immediatamente percepibile che il senso di quel suo fare avesse come unico obiettivo quello di far conoscere il Mistero che lo aveva voluto prete. Dietro ogni gesto, alla base di ogni decisione piccola o grande spuntava sempre, non un’idea, ma un fatto ben preciso che aveva segnato la vita di quest’uomo: un fatto talmente clamoroso, talmente decisivo che non poteva in nessun modo essere taciuto. Questa è l’unica ragione per la quale la parrocchia di s. Francesco è divenuta una realtà viva a Imola. Non l’imporsi di un uomo con una genialità autoreferenziale, ma lo svelarsi sempre più irresistibile del Mistero. Se la parrocchia è nata, se diciotto anni fa si era in dieci e ora questo numero si è letteralmente decuplicato lo si deve esclusivamente al fatto che don Luca si è lasciato fare dal Mistero. Il tempo e le energie e la salute spese in maniera veramente straordinaria nell’ambito della direzione spirituale, dell’educazione, della pastorale e della liturgia testimoniavano la gioia e la fatica di questo cammino che lentamente, ma sempre più decisamente diveniva il cammino di tutti. Si è assistito negli anni ad una specie di miracolo in base al quale senza che molti di noi se ne accorgessero era sempre più evidente che seguire il Signore non era una morale, ma un vero e proprio cammino nel quale in gioco non c’era solo la conservazione di alcuni valori, ma la vita stessa. Progressivamente tutto questo non diventava vero solo per il singolo, ma doveva divenire realtà per tutti coloro che ci circondavano. Che cosa era successo? Era avvenuto un incontro, o meglio “l’incontro” quello cioè che determinava la vita e la spostava da una posizione comodamente stazionaria ad una posizione nella quale  urgeva la necessità di far conoscere al maggior numero di persone possibile la Bellezza incontrata. A quanti casi di questo genere abbiamo assistito in diciotto anni. Quanti cambiamenti, quante novità, quante autentiche conversioni! Tutto questo accadeva e quando accadeva era come se accadesse per ciascuno di noi. Dunque il cristianesimo non è uno scherzo, dunque è proprio vero che Egli ci ama sopra ogni cosa! È proprio vero che quel che vuole il Signore è solo ed esclusivamente che noi siamo suoi! Ora l’esperienza più bella che abbiamo fatto è stata proprio quella di scoprire che questo cammino don Luca lo faceva con noi. Questo sacerdote era dunque prima di tutto un uomo che gioiva e si stancava, che aveva coraggio, ma anche paura, ma che sempre irresistibilmente voleva che tutto questo fosse offerto a Cristo. Lui e solo Lui è la salvezza e il compimento dell’uomo. Tre chiese, la presenza di gruppi realmente vivi e le numerosissime attività che scandiscono ogni momento di tutto l’anno sono la testimonianza di quanto tutto questo sia vero. Seguire il Signore ha dato frutti non solo per quanti storicamente sono in parrocchia, ma veramente per tutti. Per questa ragione la comunità della parrocchia di s. Francesco è grata al Signore del dono di don Luca e chiede che gli sia rinnovata la grazia di continuare questo cammino perché la nostra vita possa essere sempre più la prova della presenza di Cristo nel mondo, affinchè la nostra gioia sia piena.

Marco Antonellini